Chiesa Santa Maria del Carmine

piazza del Carmine, 2
M1 Cairoli/M2 Lanza
Tram 12
Tram 12
La storia di Santa Maria del Carmine è complessa: crolli, ricostruzione e restauri si sono succeduti con frequenza e l’attuale edificio conserva le tracce di queste vicissitudini.
L’Ordine dei Carmelitani si stabilì a Milano verso la metà del XII secolo; nel 1268 i padri scelsero come loro sede un luogo nei pressi dell’attuale Castello Sforzesco e il 25 maggio dello stesso anno celebrarono la prima messa sotto un padiglione; negli anni seguenti iniziò la costruzione della chiesa.
Nel 1330, per un incendio, la chiesa fu semidistrutta; ricostruita a cominciare dal 1331, fu però abbandonata verso la fine del secolo dai carmelitani che decisero di trasferirsi in Porta Comasina.
Nel 1399 Gian Galeazzo s’interessò alla fabbrica e il 5 aprile del 1400 inviò a Pavia i disegni per la chiesa e il convento. La costruzione della chiesa procedette lentamente ma nel 1446, a lavori quasi ultimati, un improvviso crollo interessò tutto l’edificio.
Le opere e le riparazioni iniziarono nel 1449. A dirigere i lavori fu chiamato Pietro Antonio Solari. Il Carmine fu “chiesa nobile” ed ottenne la protezione dei duchi e di numerose famiglie aristocratiche. Le sue cappelle divennero luogo di sepoltura prediletto dai nobili.
Nel seicento tutta la chiesa subì trasformazioni e si arricchì di molti dipinti.
Nel 1654 iniziarono importanti lavori di rinnovamento: vennero rifatti il pavimento, il campanile e il portale.
Nel 1880, dopo più di quattro secoli, fu costruita la facciata su progetto di Carlo Maciachini che offre un esempio di fantasiosa interpretazione del gotico lombardo.
L’Ordine dei Carmelitani si stabilì a Milano verso la metà del XII secolo; nel 1268 i padri scelsero come loro sede un luogo nei pressi dell’attuale Castello Sforzesco e il 25 maggio dello stesso anno celebrarono la prima messa sotto un padiglione; negli anni seguenti iniziò la costruzione della chiesa.
Nel 1330, per un incendio, la chiesa fu semidistrutta; ricostruita a cominciare dal 1331, fu però abbandonata verso la fine del secolo dai carmelitani che decisero di trasferirsi in Porta Comasina.
Nel 1399 Gian Galeazzo s’interessò alla fabbrica e il 5 aprile del 1400 inviò a Pavia i disegni per la chiesa e il convento. La costruzione della chiesa procedette lentamente ma nel 1446, a lavori quasi ultimati, un improvviso crollo interessò tutto l’edificio.
Le opere e le riparazioni iniziarono nel 1449. A dirigere i lavori fu chiamato Pietro Antonio Solari. Il Carmine fu “chiesa nobile” ed ottenne la protezione dei duchi e di numerose famiglie aristocratiche. Le sue cappelle divennero luogo di sepoltura prediletto dai nobili.
Nel seicento tutta la chiesa subì trasformazioni e si arricchì di molti dipinti.
Nel 1654 iniziarono importanti lavori di rinnovamento: vennero rifatti il pavimento, il campanile e il portale.
Nel 1880, dopo più di quattro secoli, fu costruita la facciata su progetto di Carlo Maciachini che offre un esempio di fantasiosa interpretazione del gotico lombardo.