MOTI
MOTI non è solo un gioco di parole con MITO, anche se alla leggerezza profonda del gioco vuole puntare MITO SettembreMusica nel biennio 2024/2025. MOTI vuole anche essere un modo per fare di MITO un catalizzatore di idee, pensieri, esperienze in movimento.
MOTI allude ai “moti dell’anima” di Leonardo, le espressioni del volto che traducono in segni visibili pensieri e sentimenti più intimi, e li proietta sul piano della creatività musicale. Moti dell’anima, delle idee, delle persone.
“IL MOTO È CAUSA D'OGNI VITA”
Leonardo Da Vinci, Codice Trivulziano
La programmazione nel biennio 2024/2025 si muoverà sul doppio binario della promozione e valorizzazione delle migliori espressioni della cultura prodotta e promossa dai due poli del festival, da un lato, e del dialogo con realtà oltre confine per costruire relazioni progettuali in una prospettiva di integrazione europea, dall'altro.
L'edizione 2024 vedrà l'avvio di due progetti, riproposti con modalità simili anche nell'edizione 2025, fondati su due aspetti della cultura espressa dalle due città polo del festival: la cultura imprenditoriale e quella calcistica. Sul piano della cooperazione culturale con partner internazionali, nel suo essere realtà di confine Torino si trova in una posizione ideale per avviare un dialogo che investa anche il campo della cultura con la vicina Lione: per la prima volta verranno ospitati i complessi dell’Opéra de Lyon diretti dal loro direttore musicale Daniele Rustioni, auspicando che questo evento possa aprire un canale permanente di scambio bilaterale di esperienze e di eccellenze in campo artistico.
MITO SettembreMusica 2024 non sarà ancorato a un tema. O meglio, non proporrà un solo tema ma perimetri con percorsi tematici al loro interno. La volontà dietro a questa scelta è quella di riprodurre la complessità o il caos del presente, senza però (spero) confondere il pubblico affezionato alla formula di MITO, ma piuttosto di esporre ogni spettatore a stimoli, provocazioni, riflessioni, idee in una progettualità che non sia solo intrattenimento colto. Si tratta di una proposta di festival più in linea con i tempi che intende segnare il passaggio da uno stato solido a uno liquido o forse gassoso, che ogni spettatore possa respirare per ossigenare il proprio spirito.
Il festival non sarà ancorato a un tema ma proporrà cinque perimetri con percorsi tematici al loro interno.
Rispetto alle edizioni passate, il festival propone un numero minore di eventi fortemente diversificati fra i due poli del festival per mettere in moto gli spettatori e creare quanto più possibile un “pubblico di MITO” attraverso uno scambio più stretto fra le due città. È anche un modo per sollecitare a ogni spettatore la costruzione di un proprio percorso attraverso perimetri del programma, alcuni dei quali si ritroveranno anche nel 2025.
Creazioni contemporanee abitano tutte le isole tematiche del festival. Spesso sono accostate a grandi classici nei concerti sinfonici o concepite (e commissionate) per progetti specialmente sviluppati per MITO SettembreMusica 2024. L’attenzione speciale riservata alla musica del presente, un imperativo morale per un festival che si voglia pensare come contemporaneo, vuole anche riannodare un filo con il Settembre Musica delle origini con le monografie dedicate a grandi figure di compositori contemporanei. Complessità e frammentarietà dei linguaggi, attraverso i quali si esprime la musica di oggi, sono meglio riflesse nella polifonia di esperienze e personalità che si trovano nel programma, specchio del caos creativo del tempo presente.
L’attenzione speciale riservata alla musica del presente è un imperativo morale per un festival che si voglia pensare come contemporaneo.
Particolare attenzione viene anche data a composizioni del Novecento storico italiano ed europeo, in particolare collegate alla figura di Giacomo Puccini, di cui MITO SettembreMusica ricorderà il centenario della morte con una serie di eventi “attorno” al grande lucchese. Composizioni di Erich Wolfgang Korngold, Alexander Zemlinsky, Richard Strauss e Béla Bartók ma anche di Franco Alfano, Giorgio Federico Ghedini e Alfredo Casella abbozzeranno un affresco sonoro di un’epoca a cavallo di due secoli dalla quale Puccini trasse la linfa per le sue composizioni.
Una figura che attraversa e lega come un filo invisibile le diverse isole tematiche è quella di Ludwig van Beethoven, monumento della musica ma anche sperimentatore di forme e contaminazioni e innovatore dei canoni classici. Ci piace immaginarlo come fonte di ispirazione per generazioni di musicisti, compresi quelli delle avanguardie più audaci del Novecento (come Bartók e Stravinskij) ma anche oltre. Proprio con Beethoven e la sua Nona Sinfonia si aprirà il festival – un raggio di luce in un presente sempre più oscurato dalla tenebra – ma sue musiche affioreranno anche in altri numerosi concerti del programma, come uno specchio del passato per riflettere sul presente.
Rilievo particolare nella programmazione è dato a giovani interpreti italiani, molti già affermati a livello internazionale, sollecitati in proposte musicali inconsuete e spesso aperte alla lingua del presente. Con loro e grazie a loro si metteranno in moto i diversi eventi del festival. MITO SettembreMusica si apre al nuovo.
Giorgio Battistelli
Direttore artistico