Ludovico Einaudi

Last update: 24/07/2024
Il pianista e compositore torinese Ludovico Einaudi inizia gli studi musicali al Conservatorio di Torino e si diploma al Conservatorio di Milano con Azio Corghi, perfezionandosi poi con Luciano Berio, di cui diventa assistente, e con Karlheinz Stockhausen. Nel 1982 vince una borsa di studio per il Tanglewood Music Festival, dove entra in contatto con le nuove tendenze del minimalismo americano. Negli anni seguenti compone musiche per balletto, cinema e teatro e diversi lavori per orchestra ed ensemble che vengono eseguiti alla Scala di Milano, all’IRCAM di Parigi, al Lincoln Center di New York. Con l’album Stanze del 1992, che raccoglie sedici composizioni per l’arpa di Cecilia Chailly, inizia “un viaggio verso l’essenziale, alla ricerca della massima intensità con il minimo indispensabile”. Ma è con Le onde, primo album da solista e ispirato ai racconti di Virginia Woolf, che nel 1996 cattura l’attenzione internazionale, ulteriormente accresciuta dai successivi Eden Roc (1999), in cui ospita un quintetto d’archi e il duduk di Jivan Gasparyan, e da I giorni (2001), un ciclo di ballate ispirate da un viaggio in Mali. In Africa torna due anni dopo e da quell’esperienza nasce Diario Mali con il maestro della kora Ballaké Sissoko. Le musiche del 2002 per il remake del Dottor Zivago trionfano al New York Film Festival, confermando il crescente prestigio di cui godono le sue colonne sonore, da Fuori dal mondo (2000) a The third murder (2017). Nel 2013 esce In a Time Lapse, una riflessione sul tempo, registrato in un monastero e “concepito come una suite o i capitoli di un unico romanzo”, in cui convergono intorno al pianoforte archi, percussioni ed elettronica. Molti sono i concerti memorabili del tour mondiale che segue, quelli alla Sidney Opera House e all’Arena di Verona su tutti, ma anche lo speciale concerto Piano Africain per sei pianoforti e altrettanti balafon e marimbe con cui apre Piano City Milano del 2014. L’album Elements scaturisce nel 2015 “dal desiderio di rincominciare da capo, di provare strade diverse” e nei tre anni successivi le sue tournée riempiono i teatri e le grandi arene del pop nel mondo. Nel 2016 suona la sua Elegy for the Arctic, commissionata da Greenpeace, su una piattaforma galleggiante tra i ghiacci del Mar Glaciale Artico. Dalle lunghe passeggiate invernali in montagna, nasce Seven Days Walking, un progetto ambizioso e visionario di sette dischi pubblicati a scadenza mensile da marzo a ottobre 2019, come altrettante variazioni intorno a uno stesso percorso immaginario, “entrando nei meandri del processo creativo come in un labirinto, tra le forme spogliate dal freddo, in una sorta di essenzialità estrema”. In contemporanea alle uscite cadenzate degli album, riprende le tournée nei maggiori teatri americani ed europei, tra cui sette sold-out consecutivi al Barbican di Londra. Sono del 2019 Seven Days Walking, le musiche originali per Mary said what she said sulla vita di Maria Stuarda, per la regia di Bob Wilson e l’opera Winter Journey con il libretto originale di Colm Tóibin e la regia di Roberto Andò. Due raccolte vengono registrate durante il lockdown e pubblicate nel 2020: 12 songs from home e Einaudi Undiscovered, una serie di brani meno conosciuti, ricordi, sorprese e riscoperte selezionate dall’autore. Nel 2021, Einaudi riporta la sua musica in cammino nella natura in undici concerti immersi in diversi scenari emozionanti. Ma è ancora dal tempo sospeso del lockdown “con il mondo fuori quieto e silenzioso” che nasce il nuovo disco di solo pianoforte pubblicato nel 2022 con il titolo di Underwater, sott’acqua, “metafora di fluidità senza interferenze esterne. Un approccio più fresco e immediato con la musica, lasciandosi andare al flusso delle emozioni, in una conversazione intima, a tu per tu, con il pianoforte”.