Carlo Pestelli

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Il genere musicale di Carlo Pestelli, sempre che oggi abbia ancora senso parlare di generi, non è definibile precisamente. È vero che suona e canta ciò che scrive, ma non per questo è uno dei tanti cantautori new age che di questi tempi s’affacciano alla ribalta, per almeno due motivi: il primo è che suona assai bene, chitarra e armonica; in secondo luogo perché l’influsso teatrale è un ingrediente basilare dei suoi spettacoli. La sua capacità comunicativa, basata su un’immediatezza falsata dalla ricerca del sottile punto di contatto tra vita naturale ed esistenza surreale, lo ha reso noto a un pubblico che qui a Torino affolla regolarmente i suoi concerti fino a esaurire in fretta i posti del Folk Club come del Piccolo Regio. Nei suoi recital Carlo miscela la canzone d’autore e la ballata umoristica in un continuo saliscendi d’atmosfera, quasi a non volerla mai raccontare giusta al pubblico fino in fondo. Sicuramente, per questo secondo aspetto del repertorio, il teatro-canzone di Giorgio Gaber è un punto di riferimento ben presente, riconoscibile anche per i brevi e graffianti monologhi che intervallano le canzoni. Vanta due concerti in diretta su Rai Stereo 2 e varie partecipazioni ai festival di settore più importanti in Italia e all’estero. Nell’agosto del 2006 è stato invitato dal patron del club Tenco, Enrico De Angelis, a cantare le sue canzoni al festival Dallo sciamano allo showman tenutosi in Val Camonica. In quell’occasione ha diviso il palco con Ricky Gianco e Morgan. Tra le numerose collaborazioni spiccano i nomi di Fausto Amodei e Claudio Lolli. Il suo recente e, ancora una volta, originalissimo disco si chiama Un’ora d’aria (edizioni block nota): ricco di partecipazioni di pregio tra cui Gianni Coscia, Giorgio Li Calzi, Benz e la cantante Lalli, è stato arrangiato assieme al noto chitarrista blues Alex Gariazzo (sideman fisso di Fabio Treves). Contiene nove canzoni che sono altrettanti bozzetti ispirati ora alla cronaca (amara), ora alla quotidianità (allegro ma non troppo): gli ascoltatori di alcune radio attente alle novità, Lifegate tra queste, ne stanno gustando in questi giorni alcuni frutti. È il caso di Aria, Lungo fiume e della spassosissima Il mio funerale. Le Canzoni dalle lontane province, terre non necessariamente calpestate da Carlo, sono il frutto di varie infatuazioni musicali: bluegrass, country, flamenco. Difficile, in epoca di world music galoppante, stigmatizzare con precisione i generi e gli stili, ma l’esigenza di un altrove porta spesso a creare repertori misti fatti di contaminazioni e sfumature. Che cosa, infine, se non la musica abbatte i confini? Carlo Pestelli vive a Torino dove, musica a parte, si dedica all’insegnamento della storia in un liceo e alla traduzione dallo spagnolo.