Braids

Ph. Austintufts Tamvu
Ph. Austintufts Tamvu
Last update: 24/04/2019
I Braids sono cresciuti a Calgary, Alberta, dove i membri della band erano studenti alla Western Canada High School. Raphaelle Standell-Preston racconta che fu una conversazione a proposito dei muffin al mirtillo nella caffetteria della scuola che li portò alla formazione del gruppo, nel garage dei genitori di Taylor Smith. Il successo inziale della band canadese arrivò grazie ad un contest per cantautori al Folk Calgary Music Festival, a seguito del quale si esibirono allo Sled Island Music Festival. Dopo la loro performance a Sled Island, la band decise di abbandonare l'università per dedicarsi a tempo pieno alla musica. Dopo un anno di prove intensive, la band registrò il primo EP, Set Pieces presso CJSW l’emittente radio del campus di Calgary, sotto il nome di The Neighbourhood Council. Dopo il loro EP di debutto, la band tornò a Slet Island ad aprire il concerto dei Deerhunter. La loro performance fu molto apprezzata dal pubblico e diede alla band una cerchia più ampia di attenzione, tra cui una menzione speciale del blog musicale Stereogum. Nel settembre 2008 la band si trasferì a Montreal, Quebec, dove Lee, Smith e Tufts incominciarono a frequentare le lezioni presso la McGill University. A Montreal, la band accumulò materiale per il nuovo album, cambiando il proprio nome da The Neighbourhood Council a Braids. Con una struttura musicale del gruppo in gran parte stabilita, la band cominciò, nel luglio 2009, a registrare e autoprodurre l’album Native Speaker. Iniziarono il tour attraverso il Canada un mese dopo. Di ritorno a Montreal nel settembre 2009, la band riprese a lavorare all’album Native Speaker completando la registrazione durante l'inverno del 2010. Dopo aver negoziato con varie etichette musicali negli Stati Uniti e in Canada, i Braids annunciarono l’etichetta Eyewould per la distribuzione di Native Speaker in Canada e Kanine Records negli Stati Uniti, con la data di uscita fissata per il 18 gennaio 2011. Oscillando tra densità e spaziosità, il suono dei Braids non è facile da definire. I quattro componenti costruiscono la musica forse alludendo ai paesaggi della loro gioventù, pieni di consistenza e immediatezza, sebbene i Braids si immergano spesso in momenti di profonda oscurità e sperimentazione sonora. Anche il loro nome, Braids, evoca una sensazione di qualcosa di continuo, progressivo e intrecciato, racchiudendo le idee musicali di tutti e quattro i componenti della band. Native Speaker è la sintesi di mesi di meticoloso lavoro per catturare correttamente l’estasiante performance live della band. Le canzoni dell’album sono state testate e modellate attraverso numerosi live con un risultato brillante nei dettagli e nella struttura. Native Speaker ha ricevuto molti elogi da parte della critica, grazie al suono percussivo del gruppo, paragonato alla traccia Feels degli Animal Collective, e alle melodie innovative capitanate dalla voce di Standell-Preston. La band riprese la tournée nel 2011 come headliner in Canada, Stati Uniti ed Europa, oltre ad aprire i concerti di numerose band come Baths, Asobi Seksu, Toro y Moi, The Antlers, Wild Beasts, Girls e Label Mates Pepper Rabbit. Nel Dicembre del 2012 uscì l’album Condition one, scritto con Max Cooper. In questo album Cooper, ex ricercatore di genetica, e i Braids, approfondiscono i vari aspetti della condizione umana. La traccia Pleasures, dicono, è solo un tentativo di scrivere qualcosa di puramente piacevole e bello, ma Automaton è più scura - un tentativo di mostrare come gli esseri umani siano essenzialmente intrappolati in una serie di reazioni prevedibili, dipendenti dal proprio ambiente, dalla propria educazione e dalla propria vita. Tutti i membri della band Braids cantano. Le tracce di Condition one combinano linee vocali, melodie e singoli suoni vocali derivanti dal loro album più recente, Native Speaker. “It starts with swirls of keyboards, bubbling aquatically, before Raphaelle Standell-Preston begins whispering naughty, wounded vocals. By the time the chorus first arrives…her voice has swelled to a forceful kick.” NY Times “Amid the pianos, guitars, keyboards, extended pulsations, and ambient breaks and build….a couple of the album’s seven tracks are above eight minutes – but as a testament to their pop crafts, it never feels overdone.” Stereogum’s 40 Best New Bands of 2010 “Braids may become especially well-known for their lyrics, which have the potential to sashay from vulnerable to cheeky.” Exclaim! “Braids, a collective of sub-21 Montreal indie-rockers, plays knotty, dense pop songs that feel like reimaginings of Feels-era Animal Collective songs spruced up with shimmering female vocals. But oh, those vocals!” Time Out NY