Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia

Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia
Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia
Piazza Giuseppe Missori 4 / Piazza Sant’Alessandro
M1, M3 Duomo / M3 Missori
Tram 1, 2, 3, 12, 14, 15, 16, 19, 24 /
Bus 73
BikeMi 8: Velasca / 10: Missori
La chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia è un luogo di culto cattolico, situato nel centro storico di Milano. Essa è situata nel luogo dove la tradizione narra che fu tenuto prigioniero Sant'Alessandro martire. L'appellativo in Zebedia deriva dal nome del carcere in cui fu rinchiuso il martire, che appunto si chiamava Zebedia. L'architetto iniziale fu uno dei padri Barnabiti; la scelta della pianta centrale la si può considerare una delle ultime sperimentazioni su questo tipo di planimetria, i cui modelli vengono dal progetto di Bramante per San Pietro, recuperato tra i vari autori, tra i quali in questo caso si fa riferimento probabilmente all'Alessi. L'Alessi infatti risulta attivo a Milano, dopo il suo lungo lavoro a Genova dove aveva progettato la basilica di N. S. Assunta in Carignano. Nel caso di Sant'Alessandro si tratta di un recupero tardivo di tale impostazione, che viene modificata nelle linee ad esempio curvando i profili in facciata con i fastoni seicenteschi e la nuova modulazione del fronte.
La costruzione ebbe inizio nel 1601 su un progetto del barnabita Lorenzo Binago, cui si affiancò, come perito per i dissesti statici, il più noto Francesco Maria Richino. La prima pietra della chiesa venne posata il 30 marzo 1602 dal cardinale Federico Borromeo, andando ad aggiungersi ai numerosi cantieri religiosi attivi nella Milano di quell'epoca, quali San Giuseppe, Sant'Angelo, Sant'Antonio abate, e naturalmente il Duomo. Con esse rappresenta uno degli esempi più precoci del Barocco milanese. La costruzione fu molto celere, tanto che la cupola era già terminata nel 1626. Fu terminata dal Richino nel 1658, mentre proseguivano i lavori di decorazione interna. La chiesa di Sant'Alessandro è situata nell'omonima piazza, non lontana da via Torino.
La facciata, decorata da bassorilievi, secondo il modello iniziale rinascimentale, è affiancata da due campanili. L'andamento del fastigio ricurvo le imprime una certa orizzontalità che esula dall'impostazione iniziale di questa tipologia rinascimentale. La parte inferiore, scandita da colonne e paraste in pietra che reggono il massiccio cornicione, è antecedente al 1620. Il coronamento superiore, leggero e ondulato, fu invece realizzato all'inizio del Settecento nello stile del barocchetto lombardo. La struttura a due campanili è considerata uno dei più illustri antecedenti della celebre facciata borrominiana di sant'Agnese in Agone.
La monumentale fabbrica è costituita da un edificio a pianta centrale (croce greca) coperto da cupola cui è aggiunto un secondo corpo minore, anch'esso sovrastato da una cupola, che funge da presbiterio.