Enrico Rava

Ultimo aggiornamento: precedente al 2019
Enrico Rava è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni Sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana e artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso, ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali. In cinque decenni di carriera, ha al proprio attivo oltre cento incisioni. Avvicinatosi alla tromba nel 1957, grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, Enrico Rava comincia a suonare giovanissimo nei club torinesi. Nel 1962 conosce Gato Barbieri, al cui fianco due anni dopo incide la colonna sonora del film di Giuliano Montaldo Una bella grinta. In quegli anni incontra Don Cherry e Steve Lacy, con il quale suona in quartetto tra Londra e Buenos Aires (è in Argentina, nel 1966, che il quartetto registra l’album The Forest and The Zoo). Nel 1967 Rava è a New York, dove rimarrà per circa dieci anni, frequentando musicisti come Roswell Rudd, Marion Brown, Rashid Ali, Cecil Taylor, Carla Bley, Charlie Haden e incidendo anche con la Jazz Composer’s Orchestra di Carla Bley. A partire dal 1972, anno in cui pubblica Il giro del giorno in 80 mondi, il primo disco a suo nome, Rava dirige quartetti (sia nei club newyorkesi, sia in tournée in Europa e Argentina) quasi sempre privi di pianoforte. Le collaborazioni e le incisioni si susseguono, preziose, a ritmo serrato, a fianco di prestigiosi musicisti italiani, europei e americani tra cui Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Joe Henderson, John Abercrombie, Palle Danielsson, Jon Christensen, Nana Vasconcelos, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Michel Petrucciani, Charlie Mariano, Joe Lovano (con il quale agli inizi degli anni Novanta forma un quintetto), Albert Mangelsdorff, Dino Saluzzi, Richard Galliano, Martial Solal, Archie Shepp e molti altri. Ha effettuato numerose tournée in Stati Uniti, Giappone, Canada, Europa, Brasile, Argentina, Uruguay, partecipando ai più importanti festival (Montreal, Toronto, Houston, Los Angeles, Perugia, Antibes, Berlino, Parigi, Tokyo, Rio de Janeiro e San Paolo). È stato innumerevoli volte eletto musicista dell’anno nei referendum “Top Jazz” indetti dalla rivista «Musica Jazz». I primi anni del nuovo millennio sono stati gratificanti per Enrico Rava. Nel 2002 è nominato Chevalier dans l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura Francese ed è il primo musicista italiano a ricevere il prestigioso Jazzpar Prize, riconoscimento conferito annualmente a Copenhagen da una giuria internazionale, noto come il Nobel del Jazz. Negli ultimi due anni è comparso ai primi posti del referendum indetto dalla rivista americana «Down Beat» nella sezione riservata ai trombettisti di tutto il mondo. Nel gennaio 2004 si è esibito per una settimana al prestigioso Blue Note di New York, bissando il successo alla Town Hall e poi ancora al Birdland. Nel 2004, per ECM, esce il disco Easy Living, seguito da Tati (inciso sul finire del 2004 a New York con Stefano Bollani e Paul Motian), nel 2007 The Words and the Days (inciso in quintetto con Gianluca Petrella, Andrea Pozza, Rosario Bonaccorso, Roberto Gatto) e The Third Man in duo con Stefano Bollani. All’inizio del 2009 ha pubblicato il nuovo dico inciso a New York con Stefano Bollani, Paul Motian, Larry Grenadier e Mark Turner, dal titolo New York Days.