Biblioteca Comunale Centrale Palazzo Sormani

via Francesco Sforza, 7
Milano
Tram 12, 23, 27 / Bus 54, 60, 77, 84, 94
BikeMi 61 - Augusto
La Biblioteca Comunale Centrale, che comunemente i milanesi chiamano Sormani, è ospitata in un palazzo di grande pregio, che ha avuto una lunga storia e tanti nomi quanti sono stati i suoi proprietari attraverso i secoli. Una particolarità di Palazzo Sormani, tale da farne un esempio quasi unico rispetto alle altre case nobili milanesi, è quella di avere non una ma due facciate di importanza notevole. La seconda, realizzata a metà Settecento dall’architetto piemontese Benedetto Alfieri (1700-1767), prospetta sul giardino retrostante e si presenta con l’imponente aspetto di un ordine gigante scandito da grandi lesene.
La facciata è decorata con stucchi (tra gli altri due statue di Elia Vincenzo Buzzi) e sormontata da un fastigio con il grande orologio, realizzato dai fratelli Sangiusti. Altre opere d’arte di rilievo decorano oggi le sale del palazzo. La più significativa, è il ciclo di ventitré tele raffiguranti il mito di Orfeo che incanta gli animali (una di esse è esposta alle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco) che si possono vedere nella cosiddetta Sala del Grechetto, con ingresso su via Francesco Sforza e sede di conferenze e manifestazioni culturali.
Le tele, per lungo tempo attribuite al genovese Giovan Battista Castiglione detto il Grechetto, sono oggi più correttamente assegnate a un anonimo artista di estrazione nordica, chiamato Pittore di Palazzo Lonati-Verri: da questo Palazzo, nel quale avevano abitato i fratelli Verri, fautori del riformismo illuminista milanese, provengono infatti questi affascinanti dipinti.
Essi sono giunti a Palazzo Sormani intorno al 1880 e sono stati collocati in questa sala all’inizio del 1900 a cura dell'architetto Achille Majnoni (1855-1935), con l’intento di ricostruire la sequenza originale in cui erano disposti, documentata anche da una tela del pittore cremonese Francesco Colombi Borde (1846-1905), che ritrae la sala di Palazzo Lonati-Verri.
In un altro ambiente del '700, la Sala dei Putti, che prende il nome dai preziosi stucchi rococò che ne ornano la volta, si trovano uno dei teloni del Pittore di Palazzo Lonati-Verri,con Fauno e Baccanti, e un altro frammento del ciclo di Orfeo, proveniente dalle Civiche Raccolte d'Arte del Castello Sforzesco. Le curiosità artistiche inoltre, non si limitano al palazzo, ma si estendono al parco retrostante, progettato secondo i dettami del giardino all’inglese da Leopold Pollack (1751-1806), autore anche del prospetto laterale, che si affaccia ora su via Francesco Sforza. Il parco ospita oggi il grande gruppo scultoreo di Agenore Fabbri (1911-1998) raffigurante la Caccia al cinghiale: una spettacolare raffigurazione composta di più pezzi in terracotta, già esposta allaTriennale del 1949 e acquistata dal Comune di Milano nel 1955.