Nanni Svampa

Ultimo aggiornamento: 24/04/2019
Nanni Svampa, milanese, classe 1938, debutta molto giovane al Piccolo Teatro di Milano con una serata satirico-musicale allestita insieme agli studenti della Bocconi, università dove si laurea nel 1962 in Economia e commercio. Ma facciamo un passo indietro. Sfollato da bambino sulle sponde del Lago Maggiore durante la guerra, il piccolo Giovanni (detto Nanni) aveva vissuto un’infanzia felice a contatto con le storie, i personaggi, le atmosfere della Lombardia profonda, sulla quale si forma il suo immaginario creativo. È per questo che, tornato a Milano negli anni cinquanta e terminati gli studi, il giovane Svampa tradisce le aspirazioni paterne al posto fisso (che poi saranno affettuosamente canzonate in brani come “Io vado in banca”) e si tuffa con passione nella frizzante notte milanese dove sta nascendo la grande stagione del cabaret. Il padre lo aspetta alzato ogni notte ma lui non molla. Nel 1964, in un piccolo locale notturno di Milano dove canta occasionalmente, avviene l’incontro cruciale con Lino Patruno, Roberto Brivio e Gianni Magni: nascono “I Gufi”, gruppo musical-teatrale grottesco-satirico-macabro-comico destinato a diventare mitico per almeno un paio di generazioni con canzoni di una originalità spiazzante e molto divertente. Con “I Gufi” Svampa stringe un sodalizio durato fino al 1969: il successo teatrale e televisivo del gruppo avvicina Nanni anche alla professione di attore, che praticherà spesso e volentieri, tra un concerto e l’altro, in sceneggiati Rai quali Il calzolaio di Vigevano, Una bella domenica a Gavirago al Lambro, Vita di Verdi nel quale interpreta l’impresario Merelli. Dopo la stagione de “I Gufi” Svampa si inventa una brillante e longeva carriera solista fra teatro, musica, televisione e cinema. Folgorato dalle graffianti canzoni del cantautore francese George Brassens, ha la grande intuizione di tradurle e adattarle all’ambiente, ai personaggi della periferia urbana milanese, per certi versi parallela a quella cantata da Brassens. Inizia così una lunga serie di incisioni e di fortunate tournée teatrali, spesso ospitate al Piccolo Teatro di Milano, che diventa uno dei suoi punti di riferimento. Negli anni novanta Svampa torna a vivere sulle sponde del Lago che non ha mai smesso di frequentare e ottiene un grande popolarità anche nella Svizzera ticinese, dove spesso porta in concerto le canzoni di Brassens, e numerosi altri lavori, spesso incentrati sul dialetto milanese e sulla realtà lombarda. Tiene inoltre corsi e seminari sull’uso dell’idioma dialettale, cui dedica anche libri - oggi rari - quali La mia morosa cara, Giobbiann e Bisogna saperle raccontare. All’inizio del nuovo secolo racconta anche se stesso in una spassosa autobiografia dal titolo Scherzi della memoria, i peggiori sessant’anni della mia vita, dalla cui trama nasce anche il progetto del documentario Nanni 70 che accompagna il primo dvd-concerto doppio con tutto il meglio del suo sterminato repertorio che sarà pubblicato nell’autunno del 2009.