Biblioteca Ambrosiana

piazza Pio XI, 2
M1, 3 Duomo / M1 Cordusio
Tram 1, 2, 3, 12, 14, 15, 16, 19
BikeMi 7: Santa Maria Beltrade / 45: Cantù
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Nei primi tre decenni del 1600 il Cardinale Federico Borromeo decise di fondare e donare a Milano, dedicandola «alla publica utilità, et al servitio di Dio», una biblioteca e pinacoteca a cui affiancò un Collegio di Dottori e un’Accademia di insegnamento di disegno e scultura: un vero e proprio “progetto culturale integrato”, il cui punto focale stava nell’intuizione che libri, quadri e statue non vanno semplicemente conservati e neppure soltanto mostrati e fruiti, ma debbono continuare a vivere nell’intreccio delle relazioni tra le persone, dalle quali fanno scaturire nuove “creazioni” di cultura e di pensiero.
La Biblioteca, ricca di quasi 700.000 stampati, 15.000 manoscritti (tra cui il celeberrimo Codice Atlantico) in italiano, latino, greco, arabo, siriaco, etiopico, 12.000 disegni (di Raffaello, Pisanello, Leonardo…) e altre rarità (mappe antiche, manoscritti musicali, pergamene e papiri), si presenta come una delle più importanti a livello mondiale. Il nucleo originario della Pinacoteca comprende la collezione di Federico Borromeo, da lui stesso donata all’Ambrosiana nel 1618: pittura veneta e lombarda del XV e XVI secolo, pittura fiamminga e pittura lombarda dei contemporanei. Nelle sale dell’edificio e nei loggiati retrostanti la Chiesa di Santo Sepolcro, decorate negli anni Trenta del Novecento in stile eclettico, sono collocate le raccolte di oggettistica e i dipinti dal XVI al XIX secolo, soprattutto di artisti del Seicento lombardo.
La Biblioteca, ricca di quasi 700.000 stampati, 15.000 manoscritti (tra cui il celeberrimo Codice Atlantico) in italiano, latino, greco, arabo, siriaco, etiopico, 12.000 disegni (di Raffaello, Pisanello, Leonardo…) e altre rarità (mappe antiche, manoscritti musicali, pergamene e papiri), si presenta come una delle più importanti a livello mondiale. Il nucleo originario della Pinacoteca comprende la collezione di Federico Borromeo, da lui stesso donata all’Ambrosiana nel 1618: pittura veneta e lombarda del XV e XVI secolo, pittura fiamminga e pittura lombarda dei contemporanei. Nelle sale dell’edificio e nei loggiati retrostanti la Chiesa di Santo Sepolcro, decorate negli anni Trenta del Novecento in stile eclettico, sono collocate le raccolte di oggettistica e i dipinti dal XVI al XIX secolo, soprattutto di artisti del Seicento lombardo.