Lokua Kanza

Last update: 24/04/2019
Lokua Kanza nasce a Bukavu (attuale Repubblica democratica del Congo). Il padre di Lokua, di etnia Mongo, è innamorato della polifonia. Sua madre è nativa delle montagne del Rwanda, paese celebre per la raffinatezza della sua musica di corte. Entrambi lo sensibilizzano sin dai suoi primi giorni alla bellezza delle melodie. Il suo amico Ray Lema gli regala la sua prima chitarra, da adolescente fa le sue prime apparizioni pubbliche nelle orchestre di rumba zairese. Poi parte per perfezionarsi al conservatorio di Kinshasa, dove familiarizza con il solfeggio, la composizione, l’armonia, l’orchestrazione e dove perfeziona anche la sua conoscenza strumentale. Oltre alle chitarre e ai mandolini, acustici ed elettrici, classici, tradizionali e moderni, Lokua maneggia da esperto la sanza, il piano, le tastiere, il basso, le percussioni e il flauto. Nel 1984 Lokua va a Parigi per seguire i corsi del chitarrista jazz Pierre Cullaz. Rapidamente, il polistrumentista mescola la sua voce a quelle della comunità musicale africana, accompagnando Ray Lema, Papa Wemba, Sixun, Manu Dibango. Autore e compositore, scrive molto per gli uni e per gli altri e si costruisce pian piano un suo repertorio personale. Tiene il suo primo grande concerto parigino nel 1992 all’Olympia in "vedette américaine" d'Angélique Kidjo. L’album Lokua Kanza, prima opera personale, è registrato alla fine del 1992 e pubblicato un anno più tardi con enorme successo. All’inizio del 1994 la stampa si dichiara “affascinata”, il disco vince il premio “Migliore album africano” agli African Music Awards. Lokua firma con la BMG, apre gli spettacoli di Jean-Louis Aubert, Patrick Bruel et Youssou N'Dour (che segue in tournée a New York e suona nel suo CD Wommat, registrato a Dakar) dei quali, sfida poco comune, seduce istantaneamente i rispettivi pubblici, che inizialmente sembravano opporsi. Compie un grande passo quando coproduce con Stephen Hague (Wet Wet Wet, New Order, Erasure, Jimmy Sommerville), negli studi britannici di Peter Gabriel, a Bath, due session dei suoi amici Papa Wemba. Wapi Yo nel 1995 è il secondo successo, un album totalmente intriso di melodie fatate, trovate strumentali e voci sorprendenti, il tutto rivestito di arrangiamenti di seta. Seguono una serie di tournée nel mondo intero, dal Senegal alla Spagna, dalla Germania al Canada, dal Brasile a Los Angeles,; l’Heineken Festival di San Paolo, nel 1997, occasione unica per unire la sua voce a quelle di Djavan, Al Jarreau e Chico César. Senza dimenticare diverse altre collaborazioni: è ospite nell’album Hors saison di Francis Cabrel e duetta con la cantante israeliana Noa. Ritorna sulle scene all’inizio del 2005 con Plus vivant, la sua quinta produzione personale e la sua seconda collaborazione con Universal Music Jazz France. L’opera è espressione di un grande musicista che si afferma come cittadino del mondo, artista senza frontiere e creatore di transculture. Esclusivamente interpretato nella lingua di Verlaine e Rimbaud, il nuovo lavoro di Lokua offre al concetto di métissage un’incarnazione pura e incontestabile, che propone una fusione perfetta tra il Nord e il Sud e ricrea alla sua maniera l’unicità che un tempo fu dei nostri antenati comuni. Un disco arrangiato in modo superbo, quindici titoli interpretati con un cuore enorme ed eseguiti in compagnia di indubbi talenti.